(Articolo aggiornato al 2008)
Formato 135 Bianco e Nero
ILFORD
– HP5 Plus 400 attenzione alla grana nelle zone uniformi, specie se sviluppata normalmente e/o con carte ad alta gradazione
– FP4 Plus 125 grana molto fine
– Pan F Plus 50 Indicata per i panorami. grana estremamente fine, ottima definizione e nitidezza anche in caso di stampe di grande formato. Va tenuto presente è che le pellicole a bassa sensibilità come le 50 ISO, NON hanno una elevata latitudine di posa, per cui in giorni di luce a grande contrasto è meglio optare almeno per una 100 ISO. Le 50 ISO andranno riservate per giorni con cielo coperto e luminosità diffusa, oppure per uso con flash.
– Delta 400 Pro Buona nitidezza e contrasto abbastanza naturale. Rispetto alla HP5 ed alla Kodak Tri-X tende a chiudere eccessivamente le ombre.
– Delta 3200 Pro Ideale per fotografia con scarsa luce ed esigenze di velocità di scatto, come sport o manifestazioni in notturno o in interni dove non si possa usare il flash. Tra tutte le pellicole ad altissima sensibilità è quella che riesce a rendere più dettagli nelle alteluci.
– SFX 200 Pro non più in produzione Si può utilizzare per fare delle foto quasi all’infrarosso senza dover utilizzare una pellicola ed il filtro IR appositi, senza curarsi della variazione del piano di messa a fuoco dei raggi infrarossi rispetto alla luce visibile, montando un filtro rosso scuro che permette agli obiettivi TTL di leggere la corretta esposizione ed al fotografo di controllare l’inquadratura. Essendo pancromatica non è necessario caricarla al buio assoluto, ma basta farlo al riparo dal sole diretto. Può essere sviluppata con i tradizionali rivelatori. Senza filtro rosso scuro si comporta come una normale pancromatica, quindi sullo stesso rullo si possono avere foto “IR” e normali. Ha comunque una grana più visibile dell’HP5. Viene consigliato addirittura di esporla a 400 Iso, ottenendo un contrasto più aggressivo e recuperando quei due diaframmi che fa perdere il filtro rosso. Non utilizzarla con un vero filtro IR nero.
Nota: le Delta sono pellicole a grana tabulare (T-Grane), ossia hanno una grana visibilmente più fine rispetto alle equivalenti a grana tradizionale ma anche meno gradevole. Nello sviluppo è bene tendere a non fare vedere la grana.
KODAK
– TRI X 400TX rivela una piacevole grana ed un’alta definizione; storicamente è la pellicola utilizzata dai grandi reporter, Salgado e Cartier-Bresson per citarne due
– T-MAX 400 grana molto ridotta, ampia latitudine di posa. Ideale per ritratti.
– PLUS X 125 PX una delle pellicole più longeve del mercato nonostante una grana più vicina a quella di una 200/400 ISO che a quella delle pari sensibilità; la gradazione tonale è estesissima e permette di ottenere dei buoni contrasti.
– TP Technical Pan altissima definizione; è la più contrastata che si trova sul mercato
Nota: le TMax sono pellicole a grana tabulare (T-Grane), ossia hanno una grana visibilmente più fine rispetto alle equivalenti a grana tradizionale ma anche meno gradevole. Nello sviluppo è bene tendere a non fare vedere la grana.
FUJI
– Neopan 400 caratterizzata da un’estrema morbidezza, poco contrastata; La grana è fine come la Ilford FP-4 ma non ordinata come questa. Inoltre, la gamma tonale è estesissima ma il contrasto è davvero basso. Difatti una delle lamentele più comuni che si muovono a questa pellicola è di essere un po’ fiacca, cioè di essere dotata di tanti “grigi e grigini” ma di avere il contrasto basso tipico di pellicole più sensibili.
– Neopan 100 Acros consigliata se si vuole minimizzare la visibilità della grana, specie se si vogliono fare ingrandimenti pari o superiori al 24×30. Ricordare, sempre a questo fine e per ottenere la massima nitidezza, in fase di ripresa di utilizzare questi accorgimenti: utilizzare ove possibile treppiede, scatto a distanza, alzo intenzionale dello specchio; scegliere diaframmi intermedi (f/5,6 f/8) che permettono di sfruttare al meglio le prestazioni dell’obiettivo, usare il paraluce e dei filtri per eliminare il velo atmosferico o dare più leggibilità a particolari importanti dell’immagine. Buon consiglio (by Michele Vacchiano) è di compensare l’esagerata sensibilità al blu di questa pellicola utilizzando un filtro arancio là dove con le altre emulsioni si utilizzerebbe un filtro giallo.
Nota: le Acros sono pellicole a grana tabulare (T-Grane), ossia hanno una grana visibilmente più fine rispetto alle equivalenti a grana tradizionale ma anche meno gradevole. Nello sviluppo è bene tendere a non fare vedere la grana.
AGFA
– APX 100 indicata quando si vuole grana molto fine e si pensa di fotografare soggetti poco contrastati con tonalità uniformi
– Scala 200X pellicola invertibile per DIAPOSITIVE b/n, anche se sono pochi i laboratori che la sviluppano (tre in Italia: Milano e Roma), per cui sono molto lunghi i tempi per riavere le dia; molti consigliano di esporla a 400 iso; come per le dia, va esposta per le luci; impostare -1/2 o -1/3 EV sulla macchina per la compensazione. Grana fine, ottime nitidezza e brillantezza, intense tonalità chiare, bella scala di grigi
ROLLEI
Sulle pellicole Rollei abbiamo qualche perplessità: la carta protettiva non tiene molto la luce (per il formato 120, stesso problema che ci ha fatto smettere di usare le Adox, le Maco e le Efke, bisogna essere quasi al buio quando si carica il rullo e poi bisogna avvolgerle nel domopack o metterle nel tubetto delle aspirine o delle caramelle smarties finchè si sviluppano…), il supporto meccanico lascia molto a desiderare: la pellicola sviluppata tende fortemente a riallotolarsi, per cui è poi difficile lavorarla poi all’ingranditore (o allo scanner, tendono ad appoggiarsi al vetro e creano i cosiddetti “anelli di Newton”): consigliamo di riavvolgerla sulla spirale per un paio di giorni al contrario prima di passare alla stampa.
– Rollei Infrared per riprese all’infrarosso, se associata al filtro nero IR (non come la Kodak Infrared per la quale basta un comune filtro rosso scuro per cominciare ad avere la classica resa dell’infrarosso). Ha due peculiarità rispetto alle normali pellicole all’infrarosso: è possibile caricarla in luce attenuata e non al buio assuluto (anche se, essendo una super-pancromatica, ha una sensibilità alla luce maggiore di una normale pancromatica, quindi evitare la diretta luce del sole cercando un posto riparato) e, usandola senza il filtro IR, si comporta come una normale pellicola pancromatica, per cui sullo stesso rullo si possono fare scatti IR e scatti normali. Grana molto fine, quindi notevole nitidezza d’immagine. Ampia tolleranza di esposizione, con una grande riserva di sensibilità per tutte le condizioni di illuminazione. Sensibilità nominale 400 Iso. Costi 9,90 il 35mm, 9,30 il 120 mm.
– Rollei Pan 25 come per tutte le pellicole a bassa sensibilità, nitidezza eccellente e granulosità quasi impercettibile, ma contrasto piuttosto elevato e latitudine di esposizione alquanto critica. Indicata per paseggio, architettura, consente ingrandimenti elevati e ben si presta alla scansione digitale. Rispetto ad altre marche, ha una notevole riserva di sensibilità (la si può tirare a 50 Iso senza problemi) ed una maggiore morbidezza, ossia un contrasto meno duro. Conserva una buona lettura delle ombre senza che le alte luci mostrino una perdita di dettaglio, molto equilibrata nella scala di grigi. Può essere invertita producendo diapositive molto luminose.
– Rollei Retro 100 Indicata per ritratto, buona nitidezza e dettaglio elevato, la più adatta all’impiego con luce artificiale. Non si può invertire in diapositiva.
– Rollei Retro 400 Indicata per fotografia notturna, con un’ottima lettura delle alte ed altissime luci. Ottima per fotografia sportiva, d’azione, indoor, con elevatissima qualità di immagine e granulosità contenuta.
Formato 120 Bianco e Nero
ILFORD
– HP5 Plus 400 attenzione alla grana nelle zone uniformi, specie se sviluppata normalmente e/o con carte ad alta gradazione
– FP4 Plus 125 grana molto fine
– Pan F Plus 50 Indicata per i panorami. grana estremamente fine, ottima definizione e nitidezza anche in caso di stampe di grande formato. Va tenuto presente è che le pellicole a bassa sensibilità come le 50 ISO, NON hanno una elevata latitudine di posa, per cui in giorni di luce a grande contrasto è meglio optare almeno per una 100 ISO. Le 50 ISO andranno riservate per giorni con cielo coperto e luminosità diffusa, oppure per uso con flash.
– Delta 400 Pro Buona nitidezza e contrasto abbastanza naturale. Rispetto alla HP5 ed alla Kodak Tri-X tende a chiudere eccessivamente le ombre.
– Delta 3200 Pro Ideale per fotografia con scarsa luce ed esigenze di velocità di scatto, come sport o manifestazioni in notturno o in interni dove non si possa usare il flash. Tra tutte le pellicole ad altissima sensibilità è quella che riesce a rendere più dettagli nelle alteluci.
– SFX 200 Pro non più in produzione Si può utilizzare per fare delle foto quasi all’infrarosso senza dover utilizzare una pellicola ed il filtro IR appositi, senza curarsi della variazione del piano di messa a fuoco dei raggi infrarossi rispetto alla luce visibile, montando un filtro rosso scuro che permette agli obiettivi TTL di leggere la corretta esposizione ed al fotografo di controllare l’inquadratura. Essendo pancromatica non è necessario caricarla al buio assoluto, ma basta farlo al riparo dal sole diretto. Può essere sviluppata con i tradizionali rivelatori. Senza filtro rosso scuro si comporta come una normale pancromatica, quindi sullo stesso rullo si possono avere foto “IR” e normali. Ha comunque una grana più visibile dell’HP5. Viene consigliato addirittura di esporla a 400 Iso, ottenendo un contrasto più aggressivo e recuperando quei due diaframmi che fa perdere il filtro rosso. Non utilizzarla con un vero filtro IR nero.
Nota: le Delta sono pellicole a grana tabulare (T-Grane), ossia hanno una grana visibilmente più fine rispetto alle equivalenti a grana tradizionale ma anche meno gradevole. Nello sviluppo è bene tendere a non fare vedere la grana.
KODAK
– TRI X 400 PRO rivela una piacevole grana ed un’alta definizione; storicamente è la pellicola utilizzata dai grandi reporter, Salgado e Cartier-Bresson per citarne due
– TRI X PAN 320 contrasto inferiore alla 400; nasce per utilizzo in studio con luci controllate, ma nell’uso generale non comporta particolari difficoltà; Salgado l’ha utilizzata per il suo progetto “Genesis” in una Pentax 645.
– PLUS X 125 PX una delle pellicole più longeve del mercato nonostante una grana più vicina a quella di una 200/400 ISO che a quella delle pari sensibilità; la gradazione tonale è estesissima e permette di ottenere dei buoni contrasti.
– TP Technical Pan altissima definizione; è la più contrastata che si trova sul mercato
FUJI
– Neopan 400 caratterizzata da un’estrema morbidezza, poco contrastata; La grana è fine come la Ilford FP-4 ma non ordinata come questa. Inoltre, la gamma tonale è estesissima ma il contrasto è davvero basso. Difatti una delle lamentele più comuni che si muovono a questa pellicola è di essere un po’ fiacca, cioè di essere dotata di tanti “grigi e grigini” ma di avere il contrasto basso tipico di pellicole più sensibili.
– Neopan 100 Acros consigliata se si vuole minimizzare la visibilità della grana, specie se si vogliono fare ingrandimenti pari o superiori al 24×30. Ricordare, sempre a questo fine e per ottenere la massima nitidezza, in fase di ripresa di utilizzare questi accorgimenti: utilizzare ove possibile treppiede, scatto a distanza, alzo intenzionale dello specchio; scegliere diaframmi intermedi (f/5,6 f/8) che permettono di sfruttare al meglio le prestazioni dell’obiettivo, usare il paraluce e dei filtri per eliminare il velo atmosferico o dare più leggibilità a particolari importanti dell’immagine.
Nota: le Acros sono pellicole a grana tabulare (T-Grane), ossia hanno una grana visibilmente più fine rispetto alle equivalenti a grana tradizionale ma anche meno gradevole. Nello sviluppo è bene tendere a non fare vedere la grana.
AGFA
– Scala 200X pellicola invertibile per DIAPOSITIVE b/n, anche se sono pochi i laboratori che la sviluppano (tre in Italia: Milano e Roma), per cui sono molto lunghi i tempi per riavere le dia; molti consigliano di esporla a 400 iso; come per le dia, va esposta per le luci; impostare -1/2 o -1/3 EV sulla macchina per la compensazione. Grana fine, ottime nitidezza e brillantezza, intense tonalità chiare, bella scala di grigi.
ROLLEI
Sulle pellicole Rollei abbiamo qualche perplessità: la carta protettiva non tiene molto la luce (per il formato 120, stesso problema che ci ha fatto smettere di usare le Adox, le Maco e le Efke, bisogna essere quasi al buio quando si carica il rullo e poi bisogna avvolgerle nel domopack o metterle nel tubetto delle aspirine o delle caramelle smarties finchè si sviluppano…), il supporto meccanico lascia molto a desiderare: la pellicola sviluppata tende fortemente a riallotolarsi, per cui è poi difficile lavorarla poi all’ingranditore (o allo scanner, tendono ad appoggiarsi al vetro e creano i cosiddetti “anelli di Newton”): consigliamo di riavvolgerla sulla spirale per un paio di giorni al contrario prima di passare alla stampa.
– Rollei Infrared per riprese all’infrarosso, se associata al filtro nero IR (non come la Kodak Infrared per la quale basta un comune filtro rosso scuro per cominciare ad avere la classica resa dell’infrarosso). Ha due peculiarità rispetto alle normali pellicole all’infrarosso: è possibile caricarla in luce attenuata e non al buio assuluto (anche se, essendo una super-pancromatica, ha una sensibilità alla luce maggiore di una normale pancromatica, quindi evitare la diretta luce del sole cercando un posto riparato) e, usandola senza il filtro IR, si comporta come una normale pellicola pancromatica, per cui sullo stesso rullo si possono fare scatti IR e scatti normali. Grana molto fine, quindi notevole nitidezza d’immagine. Ampia tolleranza di esposizione, con una grande riserva di sensibilità per tutte le condizioni di illuminazione. Sensibilità nominale 400 Iso. Costi 9,90 il 35mm, 9,30 il 120 mm.
– Rollei Pan 25 come per tutte le pellicole a bassa sensibilità, nitidezza eccellente e granulosità quasi impercettibile, ma contrasto piuttosto elevato e latitudine di esposizione alquanto critica. Indicata per paseggio, architettura, consente ingrandimenti elevati e ben si presta alla scansione digitale. Rispetto ad altre marche, ha una notevole riserva di sensibilità (la si può tirare a 50 Iso senza problemi) ed una maggiore morbidezza, ossia un contrasto meno duro. Conserva una buona lettura delle ombre senza che le alte luci mostrino una perdita di dettaglio, molto equilibrata nella scala di grigi. Può essere invertita producendo diapositive molto luminose.
– Rollei Retro 100 Indicata per ritratto, buona nitidezza e dettaglio elevato, la più adatta all’impiego con luce artificiale. Non si può invertire in diapositiva.
– Rollei Retro 400 Indicata per fotografia notturna, con un’ottima lettura delle alte ed altissime luci. Ottima per fotografia sportiva, d’azione, indoor, con elevatissima qualità di immagine e granulosità contenuta.
Formato 135 Negativa Colore
KODAK
– Portra 160 NC natural color; tutte le portra sono originariamente destinate al ritratto ed alla fotografia di cerimonie; incarnato dai toni morbidi e colori naturali in situazioni di luce controllata
– Portra 160 VC vivid color; colori saturi e brillanti in situazioni di luce controllata
– Portra 400 NC natural color; incarnato dai toni morbidi e colori naturali in situazioni di luce sfavorevoli
– Portra 400 VC vivid color; colori saturi e brillanti per lavori in location
Formato 120 Negativa Colore
KODAK
– Portra 160 NC natural color; tutte le portra sono originariamente destinate al ritratto ed alla fotografia di cerimonie; incarnato dai toni morbidi e colori naturali in situazioni di luce controllata
– Portra 160 VC vivid color; colori saturi e brillanti in situazioni di luce controllata
– Portra 400 NC natural color; incarnato dai toni morbidi e colori naturali in situazioni di luce sfavorevoli
– Portra 400 VC vivid color; colori saturi e brillanti per lavori in location
Formato 135 Positiva Colore
FUJI
– Provia 100F è una pellicola dalla grana finissima, paragonabile alla Velvia 50; buoni il contrasto e la resa cromatica, una resa che tende ad essere un po’ fredda; la cosa non infastidisce se non nelle ombre con cielo sereno, dove la classica dominante azzurra esce effettivamente esaltata. Qualcuno la accusa di avere colori poco brillanti, ma va detto che gran parte dei fotografi è abituata da anni ai colori “dopati” della Velvia 50, una pellicola da riservare solo a quelle situazioni che richiedano esplicitamente colori e contrasti enfatizzati associati ad una grana finissima. Nel complesso Provia è soddisfacente come neutralità e saturazione; anche la latitudine di posa è soddisfacente: scarti di esposizione fino ai due terzi di stop non cambiano la resa cromatica, restituendo solo immagini più scure o chiare in proporzione. Tirandola a 200 la grana aumenta impercettibilmente, la saturazione e il contrasto aumentano visibilmente… un effetto che nelle tipiche situazioni d’uso del push (scarsa luce, nuvolo) è benvenuto, al punto che alcuni si arrischiano ad usare la Provia a 200 Iso come scelta standard. E’ particolarmente apprezzata per la sua resa in termini di finezza della grana, fedeltà cromatica e nitidezza. Nessuna specializzazione, a differenza della satura e squillante Velvia o della morbida e pastellata Astia; ma un’ottima pellicola per uso generale, adatta per il ritratto come per il paesaggio come per il reportage. La resa delle alte luci è nella media per quanto riguarda le emulsioni invertibili, e cioè… critica. Nonostante i miglioramenti della tecnologia, la latitudine di posa delle invertibili è sempre piuttosto ridotta, e nelle fotografie all’aperto questo significa che è facile, per avere buon dettaglio nelle zone in ombra, ritrovarsi con un cielo bianco come un lenzuolo. Quindi bisogna avere cura nell’esposizione, valutando lo scarto di luminosità fra ombre e luci e cercando di evitare foto nelle ore più critiche della giornata, quando il sole è a picco. Ma questa è una considerazione generale che non vale solo per la Provia 100F, naturalmente. Ha una buona incisione, ma in generale non è una pellicola squillante, non esalta i rossi ed i colori accesi come molte Kodak; perciò, da una parte non tira fuori da scene piatte foto di grande impatto, dall’altra garantisce al fotografo la sicurezza di una fedeltà piuttosto elevata a quello che era lo spirito della scena ripresa. Del resto chi vuole colori accesi e contrasto elevato ha, stesso in casa Fuji, un prodotto fabbricato apposta, ovvero la Velvia. L’ottica utilizzata influisce moltissimo su quella che può sembrare la resa della Provia. Con obiettivi modesti le dia possono apparire poco sature ma la colpa è in buona parte dell’ottica, soprattutto se si tratta di uno zoom economico. Questo spiega anche perché molti fotoamatori preferiscono pellicole cariche come la Velvia o le Kodak amatoriali. La Provia è più neutra e non “spara” i colori, perciò va utilizzata con obiettivi di qualità almeno discreta, altrimenti si corre il rischio di rimanere delusi.
– Velvia 100F classica e famosa resa supersatura. La resa cromatica appare più calda e gialla della Provia, effetto accentuato anche dalla maggior saturazione. Il contrasto è pure maggiore, e restituisce una sensazione di pellicola “dura”; forse per questo alcuni consigliano di usarla come una 80 Iso, cioè con una sovraesposizione standard di un terzo di stop. Nel paragone Provia emerge come più aderente alla realtà, e questo è un fattore di valutazione importante. Da non usare per soggetti con tinte delicate in pieno sole o per scene dove siano presenti forti contrasti; in sostanza si tratta di un film adatto ad alcuni scopi specifici, per vivacizzare i soggetti con tinte neutre, e da usare in caso di tempo coperto e luce incerta e fosca. Infatti, accentuando il contrasto e la saturazione dei colori, una scena che appare opaca e sbiadita all’occhio risulta vivacizzata sulla diapositiva che si ottiene, quindi è importante selezionare scene che abbiano una bassa dinamica e poca saturazione. Questo implica che dovranno essere evitate specifiche situazioni in natura che, se fotografate con la Velvia, comporterebbero la bruciatura delle alte luci e colori esorbitanti: una tipica scena da Velvia ha basso contrasto e luci morbide. La luce preferita di molti fotografi Velvia è l’ombra aperta o il cielo coperto. Albe e tramonti sono anche prediletti, anche se tecnicamente più impegnativi a causa del loro pur alto contrasto, dato che la luce è sia morbida che colorata al mattino e alla sera. Un filtro con densità graduata è spesso utilizzato per compensare l’alto contrasto esistente tra terreno e cielo. Le caratteristiche della Velvia possono essere sfruttate a proprio vantaggio: bisogna semplicemente scegliere una scena che appaia piatta all’occhio, sapendo che poi la pellicola esalterà significativamente contrasto e saturazione. Scegliendo una scena che è satura e contrastata in partenza, verosimilmente la diapositiva risulterà eccessivamente contrastata e sgradevole per l’occhio, perché la gamma dinamica della scena risulterà eccessiva per le capacità della pellicola.
– Astia 100F la grana è simile a quella della Provia; la resa cromatica è marcatamente più calda della Provia, in questo caso tendente al magenta, senza per questo essere innaturale. Anzi, se partiamo dal presupposto che Provia é considerata un po’ fredda, l’Astia ha un grado accettabile di “calore” cromatico. Ideale per la resa dell’incarnato nella fotografia di ritratto, mentre è preferibile Provia per la resa dei toni verdi sulla vegetazione. I colori sono saturi come nella Provia, senza tuttavia raggiungere i livelli di Velvia, rispetto alla quale presenta un contrasto più naturale e una gamma tonale più estesa; le dia restituiscono quindi una bella sensazione di morbidezza e di plasticità.
– Sensia 100 versione amatoriale di casa Fuji ad un prezzo molto più contenuto, tonalità intermedia rispetto alle emulsioni precedenti, con una grana e una saturazione che comunque non sfigurano.
KODAK
– Ektachrome E100 nelle versioni E100G (grana estremamente fine), E100GX (grana uguale, più calda), adatte per forti ingrandimenti, scansione, macro (colori e toni neutri), ritratti (riproduzione dei toni dell’incarnato); E100VS (colori saturi), particolarmente adatta per paesaggistica e still-life. Hanno, specie la vs, una dominante leggermente viola/bluastra, che bisogna saper sfruttare; i rossi della vs sono meno saturi che nella Velvia, e può essere un vantaggio, mentre per i verdi tridimensionali della Velvia qui non ci si arriva.
Formato 120 Positiva Colore
FUJI
– Provia 100F è una pellicola dalla grana finissima, paragonabile alla Velvia 50; buoni il contrasto e la resa cromatica, una resa che tende ad essere un po’ fredda; la cosa non infastidisce se non nelle ombre con cielo sereno, dove la classica dominante azzurra esce effettivamente esaltata. Qualcuno la accusa di avere colori poco brillanti, ma va detto che gran parte dei fotografi è abituata da anni ai colori “dopati” della Velvia 50, una pellicola da riservare solo a quelle situazioni che richiedano esplicitamente colori e contrasti enfatizzati associati ad una grana finissima. Nel complesso Provia è soddisfacente come neutralità e saturazione; anche la latitudine di posa è soddisfacente: scarti di esposizione fino ai due terzi di stop non cambiano la resa cromatica, restituendo solo immagini più scure o chiare in proporzione. Tirandola a 200 la grana aumenta impercettibilmente, la saturazione e il contrasto aumentano visibilmente… un effetto che nelle tipiche situazioni d’uso del push (scarsa luce, nuvolo) è benvenuto, al punto che alcuni si arrischiano ad usare la Provia a 200 Iso come scelta standard. E’ particolarmente apprezzata per la sua resa in termini di finezza della grana, fedeltà cromatica e nitidezza. Nessuna specializzazione, a differenza della satura e squillante Velvia o della morbida e pastellata Astia; ma un’ottima pellicola per uso generale, adatta per il ritratto come per il paesaggio come per il reportage. La resa delle alte luci è nella media per quanto riguarda le emulsioni invertibili, e cioè… critica. Nonostante i miglioramenti della tecnologia, la latitudine di posa delle invertibili è sempre piuttosto ridotta, e nelle fotografie all’aperto questo significa che è facile, per avere buon dettaglio nelle zone in ombra, ritrovarsi con un cielo bianco come un lenzuolo. Quindi bisogna avere cura nell’esposizione, valutando lo scarto di luminosità fra ombre e luci e cercando di evitare foto nelle ore più critiche della giornata, quando il sole è a picco. Ma questa è una considerazione generale che non vale solo per la Provia 100F, naturalmente. Ha una buona incisione, ma in generale non è una pellicola squillante, non esalta i rossi ed i colori accesi come molte Kodak; perciò, da una parte non tira fuori da scene piatte foto di grande impatto, dall’altra garantisce al fotografo la sicurezza di una fedeltà piuttosto elevata a quello che era lo spirito della scena ripresa. Del resto chi vuole colori accesi e contrasto elevato ha, stesso in casa Fuji, un prodotto fabbricato apposta, ovvero la Velvia. L’ottica utilizzata influisce moltissimo su quella che può sembrare la resa della Provia. Con obiettivi modesti le dia possono apparire poco sature ma la colpa è in buona parte dell’ottica, soprattutto se si tratta di uno zoom economico. Questo spiega anche perché molti fotoamatori preferiscono pellicole cariche come la Velvia o le Kodak amatoriali. La Provia è più neutra e non “spara” i colori, perciò va utilizzata con obiettivi di qualità almeno discreta, altrimenti si corre il rischio di rimanere delusi.
– Velvia 100F classica e famosa resa supersatura. La resa cromatica appare più calda e gialla della Provia, effetto accentuato anche dalla maggior saturazione. Il contrasto è pure maggiore, e restituisce una sensazione di pellicola “dura”; forse per questo alcuni consigliano di usarla come una 80 Iso, cioè con una sovraesposizione standard di un terzo di stop. Nel paragone Provia emerge come più aderente alla realtà, e questo è un fattore di valutazione importante. Da non usare per soggetti con tinte delicate in pieno sole o per scene dove siano presenti forti contrasti; in sostanza si tratta di un film adatto ad alcuni scopi specifici, per vivacizzare i soggetti con tinte neutre, e da usare in caso di tempo coperto e luce incerta e fosca. Infatti, accentuando il contrasto e la saturazione dei colori, una scena che appare opaca e sbiadita all’occhio risulta vivacizzata sulla diapositiva che si ottiene, quindi è importante selezionare scene che abbiano una bassa dinamica e poca saturazione. Questo implica che dovranno essere evitate specifiche situazioni in natura che, se fotografate con la Velvia, comporterebbero la bruciatura delle alte luci e colori esorbitanti: una tipica scena da Velvia ha basso contrasto e luci morbide. La luce preferita di molti fotografi Velvia è l’ombra aperta o il cielo coperto. Albe e tramonti sono anche prediletti, anche se tecnicamente più impegnativi a causa del loro pur alto contrasto, dato che la luce è sia morbida che colorata al mattino e alla sera. Un filtro con densità graduata è spesso utilizzato per compensare l’alto contrasto esistente tra terreno e cielo. Le caratteristiche della Velvia possono essere sfruttate a proprio vantaggio: bisogna semplicemente scegliere una scena che appaia piatta all’occhio, sapendo che poi la pellicola esalterà significativamente contrasto e saturazione. Scegliendo una scena che è satura e contrastata in partenza, verosimilmente la diapositiva risulterà eccessivamente contrastata e sgradevole per l’occhio, perché la gamma dinamica della scena risulterà eccessiva per le capacità della pellicola.
KODAK
– Ektachrome E100 nelle versioni E100G (grana estremamente fine), E100GX (grana uguale, più calda), adatte per forti ingrandimenti, scansione, macro (colori e toni neutri), ritratti (riproduzione dei toni dell’incarnato); E100VS (colori saturi), particolarmente adatta per paesaggistica e still-life. Hanno, specie la vs, una dominante leggermente viola/bluastra, che bisogna saper sfruttare; i rossi della vs sono meno saturi che nella Velvia, e può essere un vantaggio, mentre per i verdi tridimensionali della Velvia qui non ci si arriva.