(Articolo con prezzi aggiornati al 2007)

Rolleicord

Per le Rolleicord, come tutte le macchine di quest’età, occorre trovare un compromesso tra versioni in grado di funzionare egregiamente ma poco ambite dai collezionisti di vintage fotografico: vanno quindi benissimo le Rolleicord Va o Vb, prodotte in numerosi esemplari negli anni ’60-’70.
Modello / Anno / Obiettivo di inquadratura / Obiettivo di ripresa
Rolleicord I / 1933-1936 / Heidoskop 4,5/75mm / Carl Zeiss Triotar 3,8/75 mm
Rolleicord Ia / 1936-1947 / Heidoskop 4/75 mm / Carl Zeiss Triotar 4/75 mm
Rolleicord II / 1936-1937 / Heidoskop 3,2/75 mm / Carl Zeiss Triotar 3,5/75 mm
Rolleicord IIa (1937-1938)
Rolleicord IIb (1938-1939)
Rolleicord IIc (1939-1949)
Rolleicord IId (1949-1950)
Rolleicord IIe (1949-1950)
Rolleicord III / 1950 – 1953 / Heidoskop 3,2/75 mm / Schneider Xenar 3,5/75 mm
Rolleicord IV / 1953-1954 / Heidosmat 3,2/75 mm / Schneider Xenar 3,8/75 mm
Rolleicord V / 1954-1957 / / Schneider Xenar 3,5/75 mm
Rolleicord Va / 1957-1961 / / Schneider Xenar 3,5/75 mm
Rolleicord Vb / 1962-1976 / Heidosmat 3,5/75mm / Schneider Xenar 3,5/75 mm
Se foste propensi all’acquisto e vi servisse la corrispondenza tra numero di matricola, anno e modello (ma anche per tante altre informazioni sulle macchine rollei), segnaliamo questo sito: http://johnsrolleionlypage.homestead.com/Rolleimainpage.html ed anche http://www.siufai.dds.nl/Rolleicord.htm

Rolleicord Vb Tipo 3 “White Face”, l’ultima Rolleicord, la nostra… (SN 2671793)

La Rolleicord nasce nel 1933 dalla fabbrica Franke&Heidecke come versione amatoriale (per così dire; negli anni ’60 costava comunque circa tre stipendi di un impiegato medio) della mitica Rolleiflex (a sua volta nata nel 1928), la più famosa biottica di tutti i tempi; viene semplificata la dotazione di funzioni ed accessori (caricamento dell’otturatore non contemporaneo all’avanzamento della pelllicola, no autoscatto – non in tutte le versioni -, manovella di caricamento sostituita da una semplice ghiera, pulsante di scatto non sul corpo macchina e che coincide con la leva di caricamento dell’otturatore), ma mantiene le qualità dell’ottica, dell’otturatore, della lavorazione meccanica.
Per quanto riguarda le ottiche, la Rolleiflex ha quasi sempre utilizzato obiettivi Carl Zeiss (inizialmente Tessar, poi quasi sempre Planar, solo in alcune serie Schneider Xenotar), mentre la Rolleicord ha montato il Carl Zeiss Triotar solo fino al 1953, in seguito sempre lo Schneider Xenar. Certo esistono delle differenze (la professionale Rolleiflex montava lo stesso obiettivo, ma a f/2,8 mentre la Rolleicord ha sempre montato f/3,5), ma comunque il livello qualitativo è sempre altissimo.
Un accessorio, conosciuto come Rolleikin kit, era disponibile per far accettare alla Rolleicord film da 35mm.

 

 

 

Zeiss Super Ikonta

Come si vede, è una macchina di tipo folding, compatta e leggera grazie al fatto che il soffietto porta-ottica scorre su guide metalliche fino a richiudersi dietro uno sportello; la macchina (120x160x130 se aperta, peso circa 1,4 kg), una volta chiusa è poco più ingombrante di una Leica M6 35mm. E’ così possibile infilarla comodamente nella tasca di un giaccone e portarsi dietro una macchina di medio formato capace di montare ottiche di qualità.
Rispetto alla Rolleicord Va o Vb di prima, oltre al costo di poco più elevato, sempre dovuto al fatto che queste macchine sono molto ricercate dai collezionisti, c’è da tenere conto che si tratta di macchine un pò più datate ( quella che considereremo, la Super Ikonta di tipo B modello 533/16 è degli anni ’50) e che mentre le Rolleicord sono macchine meccanicamente molto robuste, qui bisogna stare attenti allo stato del soffietto, che non deve permettere infiltrazioni di luce, e controllare lo stato del telemetro, che deve essere ben contrastato, delle ghiere di tempi e diaframmi, che devono ruotare in modo fluido, e verificare (punto debole di questa macchina) che la spaziatura tra i fotogrammi sia regolare.
Altra differenza di impostazione è che qui non abbiamo il classico mirino a pozzetto (coi suoi vantaggi di discrezione, perchè i soggetti non hanno l’impressione di essere “mirati”, di poter inquadrare a livello del terreno, oppure tenendo la macchina in alto sopra la folla o dietro un angolo senza essere visti), ma il mirino è di tipo galileiano.

Storicamente all’interno della gamma Zeiss Ikonta vi sono due macro famiglie:
– le Ikonta standard (a mirino galileiano con messa a fuoco a stima);
– le Super Ikonta (dotate di telemetro per la messa a fuoco di precisione; nei modelli più antichi il telemetro è separato dal mirino, nei più recenti è integrato al suo interno, simile a quello che si trova nelle Leica M).
Per quanto riguarda invece il formato del fotogramma, le famiglie di apparecchi sono tre:
– formato 6×4,5cm, dette Ikonta e Super Ikonta A, con sigla del modello a 3 cifre senza suffisso: Modelli 520, 521, 510, 515, 530 e 531, prodotte dal 1934 al 1956;
– formato 6x6cm, dette Ikonta e Super Ikonta B, con sigla del modello seguita dal suffisso /16: Modelli 520/16, 523/16, 521/16, 524/16, 515/16, 517/16, 518/16, 530/16 (1935), 531/16, 532/16 (1937), 533/16, 534/16;
– formato 6x9cm, dette Ikonta e Super Ikonta C, con sigla del modello seguita dal suffisso /2: Modelli 520/2, 521/2, 523/2, 524/2, 510/2, 515/2, 517/2, 518/2, 530/2, 531/2, prodotte dal 1934 al 1955
All’interno di queste famiglie vi sono differenze di obiettivi e di otturatori:
obiettivi per le famiglie A e B in genere 75mm o 80mm, per la C 105mm o 120mm, tra cui 75/6.3 Novar, 75/3.5 Tessar, 75/3.5 Xenar, 80/2.8 Tessar, 105/4.5 Novar, 105/4.5 Tessar;
otturatori utilizzati: Derval, Compur, Compur Rapid, Prontor, Synchro Compur.

Il modello che viene generalmente consigliato non per collezionismo, ma per utilizzo pratico è la prestigiosa Super Ikonta B 533/16, prodotta dal 1937 al 1957: fornisce 12 fotogrammi 6x6cm su rullo 120, è dotata di telemetro a sovrapposizine d’immagine integrato nel mirino e di esposimetro al selenio (quasi sempre esaurito dopo 50 e più anni, quindi non utilizzabile). Bisogna stare attenti all’ottica montata ed all’otturatore: si consiglia il modello come in fotografia con obiettivo Zeiss Opton Tessar 80mm f/2.8 (si legge sull’obiettivo stesso, gli obiettivi con scritto Carl Zeiss Jena sono montati su modelli meno recenti: dopo la fine della II guerra mondiale la città di Jena era rimasta dall’altra parte della cortina di ferro, per cui la Zeiss occidentale prese ad indicare gli obiettivi come Zeiss Opton) e con otturatore Syncro Compur (scritta attorno all’obiettivo), che permette tempi da 1s a 1/500s, posa B e synchro flash MX (l’MX viene montato solo appunto sulle 533/16 prodotte dal 1952 al 1957); esistono altri modelli 533/16 con otturatore Compur Rapid, che sono meno recenti (sono quelli prodotti dal 1937 al 1952) e che permettono tempi di esposizione solo fino a 1/400s. Questo modello in particolare è dotato di una delle migliori ottiche in assoluto con lenti a trattamento antiriflesso ed anche l’otturatore è il migliore mai montato su questi apparecchi.

Un altro modello interessante è la Mess Ikonta 524/2 6×9; con questa folding si arriva al confine verso il grande formato: ritagliate un rettangolo 6×9 e poi guardatelo. E’ già una piccola fotografia se stampato a contatto; ma basta ingrandire solo 2 volte e si ha un 12×18!!! Pensate con che qualità elevata! Con il 35mm per avere un 12×18 siamo già a 5 ingrandimenti; forse non sembra molto ma proviamo a pensare ad una foto da concorso o da esposizione. Il formato si aggira in genere fra il 26×36 ed il 30×40; ebbene con il 6×9 bastano solo 4/5 ingrandimenti mentre il 35mm ci costringe a 10/12 ingrandimenti con uno scadimento di qualità proporzionale. E tutto ciò senza bisogno di banco ottico!
Nel caso della 524/2 è consigliabile il modello con ottica Tessar 105/3,5 ed otturatore Synchro Compur, che però è molto molto difficile trovare…

Sono riuscito, per fare un pò di ordine, a scovare questa tabella riassuntiva dei modelli Zeiss Ikon 120mm:

Zeiss Ikon 6 X 4.5 (A cameras)
Zeiss modello anno obiettivo otturatore
520 Ikonta A 1933-1940 f6.3 75mm Novar Derval
520 Ikonta A 1933-1940 f3.5 75mm Tessar Compur Rapid
521 Ikonta A 1940 f3.5 75mm Novar & f3.5 75mm Novar Prontor
510 Nettar 1937 f4.5 75mm Novar Telma
515 Nettar 1937 f4.5 75mm Tessar
530 Super Ikonta A 1934-1937 f3.5 75mm Tessar Compur
531 Super Ikonta A 1937 f3.5 75mm Tessar Compur Rapid
531 Super Ikonta A 1948 f3.5 75mm Xenar Compur Rapid
531 Super Ikonta A X 1950 f3.5 75mm Tessar Compur Rapid X
531 Super Ikonta A MX 1953 f3.5 75mm Tessar Compur Rapid MX
531 Super Ikonta A MX 1953 f3.5 75mm Tessar Synchro Compur

Zeiss 6 X 6 (B cameras)
Zeiss modello anno obiettivo otturatore
520/16 Ikonta B 1937-1939 f3.5 75mm Tessar & f3.5 75mm Novar Compur Rapid, Compur, Klio
523/16 Ikonta B 1954 f3.5 75mm Opton Tessar Synchro Compur
521/16 Ikonta B 1948-1953 f3.5 75mm Novar Compur
523/16 Ikonta B 1954-1956 f4.5 75mm Novar & Opton Tessar Prontor-SV, Synchro Compur conosciuta come Ikonta II & IIb
524/16 Ikonta B 1954-1956 f4.5 75mm Novar, f3.5 75mm Tessar Prontor SV, Synchro Compur
515/16 Nettar 1937 f4.5 75mm Novar Telma
515/16 Nettar 1937 f4.5 75mm Nettar Telma
517/16 Nettar 1937 f4.5 75mm Novar Vario
517/16 Nettar 1937 f4.5 75mm Telma Telma
518/16 Nettar IIb 1949 f4.5 75mm Novar Pronto
518/16 Signal Nettar Eg 7/53 – 11/54 6.3/75 (Rodenstock) Novar Gauthier Vero shutter
518/16 Signal Nettar Ev 12/53 – 6/54 6.3/75 (Rodenstock) Novar Gauthier Vario shutter
518/16 Signal Nettar Iv 7/58 – 12/59 4.5/75 (Rodenstock) Novar Gauthier Vario shutter
518/16 Signal Nettar Ih 4/53 – 7/58 4.5/75 (Rodenstock) Novar Gauthier Velio shutter
518/16 Signal Nettar Its 7/52 – 2/59 4.5/75 (Rodenstock) Novar Gauthier Prontor shutter
518/16 Signal Nettar Ips 2/55 – 3/56 4.5/75 (Rodenstock) Novar Gauthier Prontor S shutter
518/16 Signal Nettar Ipms(later 10.3013) 4/53 – 1/59 4.5/75 (Rodenstock) Novar Gauthier Prontor SVS shutter
518/16 Signal Nettar Fps 7/53 – 12/55 3.5/75 (Hensoldt) Novar Gauthier Prontor S shutter
518/16 Signal Nettar Fpms 7/53 – 7/55 3.5/75 (Hensoldt) Novar Gauthier Prontor SV shutter
513/16 Nettax 1955-1957 f4.5 75mm Novar Pronto
530/16 Super Ikomat B 1935 f2.8 80mm Tessar Compur Rapid
530/16 Super Ikonta B 1935-1937 f2.8 80mm Tessar Compur Rapid
532/16 Super Ikonta B 1937 f2.8 80mm Tessar Compur Rapid
532/16 Super Ikonta B MX 1951 f2.8 80mm Tessar Synchro Compur
533/16 Super Ikonta B X 1937 f2.8 80mm Tessar Compur Rapid
533/16 Super Ikonta B X MX 1952 f2.8 80mm Tessar Synchro Compur MX
533/16 Super Ikonta B X MX 1952 f2.8 80mm Opton Tessar Compur Rapid
531/16 Super Ikonta III 1954-1958 f3.5 75mm Novar Synchro Compur MX
531/16 Super Ikonta III 1954-1958 f3.5 80mm Opton Tessar Synchro Compur MX
534/16 Super Ikonta IV 1956-1960 f3.5 75mm Tessar Synchro Compur MX exp meter with LVS settings

Zeiss Ikoflex Twin Lens Reflex
Zeiss modello anno obiettivo otturatore commento
850/16 Ikoflex 1934-37 f6.3 or 4.5/80 Novar Compur-Rapid, Klio, Derval “coffee can” model, lever focus 1936, knob focus after ’36
850/16 Ikoflex I 1939-51 f3.5/75 Tessar Compur, Klio, Prontor S same as Ikoflex II from 1937-39 (851/16)
851/16 Ikoflex II 1936-39 f3.8 CZJ Triotar or f3.5/75 Tessar Compur-Rapid lever focus in1937, knob focus after ’37, continued as Ikoflex I (850/16) after 1939
851/16 Ikoflex II 1939-51 f3.5/70 Novar or f3.5/75 Tessar Prontor similar to Ikoflex II of 1937-39
854/16 Ikoflex Ia 1952-56 f3.5/70 Novar or f3.5/70 Tessar Prontor shutter release located on top next to viewfinder
856/16 Ikoflex Ib 1956-58 f3.5/75 Novar or f3.5/75 Tessar Prontor improved version of Ia, shutter release located on side next to taking lens
886/16 Ikoflex Ic 1956-60 f3.5/75 Novar or f3.5/75 Tessar Prontor metered version of Ib
852/16 Ikoflex II/III 1938-40s f3.5/75 Tessar or f3.5/75 Triotar Compur-Rapid or Compur new style Ikoflex II after 1939
855/16 Ikoflex IIa 1950-52 f3.5/75 Tessar Compur-Rapid early version with peep window on each side of taking lens
855/16 Ikoflex IIa 1953-56 f3.5/75 Tessar Compur-Rapid restyled version with peep windows directly over viewing lens
853/16 Ikoflex III 1939-40 f2.8/80 Tessar Compur-Rapid Albada finder
887/16 Ikoflex Favorit 1957-60 f3.5/75 Tessar Synchro-Compur LVS light meter, last Ikoflex

Zeiss 6 X 9 (C cameras)
Zeiss modello anno obiettivo otturatore
520/2 Ikonta C 1930-1940 f4.5 105mm Novar, f3.8 or 4.5 Tessar in 1936-1937
521/2 Ikonta C 1947 f3.5 105mm Tessar, f3.5 or f4.5 Novar Compur
523/2 Ikonta C 1950-1956 f3.5 105mm Tessar, f3.5 Novar Compur
523/2 Ikonta C 1950 f4.5 105mm Tessar Compur
524/2 Ikonta C 1954-1956 f3.5 105mm Tessar, f4.5 or 3.5 Novar, Compur, versione con telemetro della 523/2 (infatti si chiama Mess Ikonta; mess=misurare)
510/2 Nettar 1937 f4.5 105mm Novar Telma
515/2 Nettar 1937 f4.5 105mm Tessar Compur
517/2 Nettar 1949 f4.5 105mm Novar Pronto
518/2 Nettar IIc 1949 f4.5 105mm Novar Pronto
Nettar S 1937 f6.3 105mm Nettar Nettar-S
530/2 Super Ikonta C 1934-1936 f4.5 120mm Triotar Klio
530/2 Super Ikonta C 1934-1936 f3.8 105mm Tessar Compur Rapid
531/2 Super Ikonta C 1950 f3.5 105mm Tessar Compur Rapid
531/2 Super Ikonta C 1938 f4.5 105mm Tessar Compur Rapid dual format
531/2 Super Ikonta C 1938 f3.5 105mm Tessar Compur
531/2 Super Ikonta C MX 1950-1955 f3.5 105mm Tessar Synchro Compur MX

Siccome la classificazione delle Super Ikonta è un pò complessa, ma questa macchinetta la trovo parecchio interessante, credo sia utile questo stralcio di un vecchio numero di Classic Camera:

SUPER IKONTA – LA FOLDING CHE INCANTA
Nel 1926, come è noto, la Fondazione Carl Zeiss, già proprietaria fino dal 1909 delle industrie fotografiche ICA di Dresda, acquisisce la proprietà delle industrie fotografiche Ernemann di Dresda, Goerz di Berlino e Nettel di Stoccarda, realizzando così la più grande concentrazione industriale fotografica dell’epoca, e dando vita nello stesso tempo alla Zeiss Ikon. Poiché ciascuna delle industrie associate ha in produzione diversi tipi di fotocamere, comprese le fotocamere folding di medio formato per pellicole in rullo, per qualche tempo si continuano a commercializzare le stesse fotocamere sotto il nuovo marchio.
Ma una delle prime preoccupazioni dei dirigenti della Zeiss Ikon diventa quella di razionalizzare la produzione, evitando i doppioni e le sovrapposizioni, ed eliminando gradualmente gli apparecchi di concezione più vecchia e superata. Solo successivamente inizia la progettazione e la realizzazione delle nuove fotocamere, dando la priorità agli apparecchi pieghevoli di medio formato per pellicole in rullo.
DALLE IKONTA ALLE SUPER IKONTA
Fino dal 1929 vengono messe in produzione le fotocamere Ikonette Vest Pocket per film di tipo 127 o tipo A8 e le Ikonta 6×9 per film di tipo 120 o tipo B2 8. Alle Ikonta 6×9 seguono nel 1931 numerose fotocamere dello stesso tipo per tutti i formati possibili all’epoca su tutti i tipi di pellicola possibile, dal 3×4 al 5×7.5, dal 6×9 al 6×4.5, dal 6×6 al 6.5×11.
Come è noto, nel 1932 nasce la fotocamera 35mm Contax con telemetro incorporato, e la tentazione di equipaggiare anche le fotocamere di medio formato con questo strumento di precisione diventa irresistibile per i progettisti della Zeiss Ikon, che si mettono al lavoro sul problema senza esitazioni e con il tipico entusiasmo che contraddistingue tutta la produzione Zeiss.
Se le Ikonta hanno facilmente conquistato il favore del pubblico grazie alle loro caratteristiche di precisione e robustezza, le Super Ikonta con telemetro accoppiato al movimento dell’obiettivo per la messa a fuoco, sono destinate a suscitare veri entusiasmi.
Il catalogo Zeiss Ikon del 1934 presenta la Super Ikonta 530/2 per il formato 6×9, ed annuncia l’arrivo per il giugno dello stesso anno delle Super Ikonta 530 per il mezzo formato 6×4.5 e delle Super Ikonta 530/15 per il formato gigante 6.5×11 su film in rotoli tipo 116 o D8. Rispetto alla produzione delle Ikonta viene ridotto il numero dei formati, e ci si limita a due soli tipi di pellicola, la 120 o B2 e la 116, o D8, poi sostituita dal tipo 616. Nel 1935 viene presentata anche la Super Ikonta 530/16 per il formato quadrato 6×6 su film di tipo 120, portando a quattro i formati possibili con le Super Ikonta. Nel giugno del 1936 viene messa in commercio la Super Ikonta 531/2 di formato 6×9 convertibile nel mezzo formato 6×4.5 e provvista del mirino con cornici luminose tipo Von Albada. Nello stesso tempo anche la Super Ikonta 530/15 viene modificata, ma non cambia il numero di riconoscimento. La Super Ikonta 530 diventa invece la Super Ikonta 531 e, nel 1937, vengono presentate due nuove fotocamere di formato 6×6, la Super Ikonta 532/16 con telemetro accoppiato con il mirino come nella Contax II e la Super Ikonta 533/16 con esposimetro fotoelettrico incorporato sul tettuccio come nella Contax III. Dopo il 1938 la produzione viene razionalizzata, con la eliminazione dalla produzione delle Super Ikonta 530, 530/2, 530/15 e 530/16. Rimangono in catalogo negli anni della guerra solo le quattro Super Ikonta dell’ultimo tipo, 531, 532/16, 533/16 e 531/2 tutte per pellicola di tipo 120, nei formati dal 6×4.5 al 6×6 e al 6×9. Accanto al numero che individua la fotocamera ed il formato, nei cataloghi della Zeiss Ikon le fotocamere vengono individuate da un codice alfabetico che individua anche l’obiettivo e l’otturatore con cui le fotocamere sono equipaggiate. Le lettera maiuscola H indica il Triotar f/4.5, la lettera I indica il Novar f/4.5 e la lettera F indica il Novar f/3.5, mentre la lettera U indica il Tessar nella luminosità f/4.5 e la lettera L indica il Tessar nelle luminosità f/3.8 o f/3.5. Successivamente la lettera P comincia ad indicare il Tessar nella luminosità f/2.8, mentre nel dopoguerra la lettera Y comincia ad indicare gli obiettivi Xenar forniti da Schneider nella luminosità f/3.5. Anche per gli otturatori esiste un codice complesso, costituito da una, due o tre lettere minuscole. Poiché ogni fotocamera Zeiss Ikon, comprese le Super Ikonta, viene commercializzata in più versioni con equipaggiamenti diversi, il riferimento al codice completo non è una semplice ricercatezza da collezionista puntiglioso, ma riflette un criterio di catalogazione indispensabile.
LA GUERRA E IL DOPOGUERRA
Se la guerra rappresenta una paralisi quasi completa nella produzione fotografica civile della Zeiss Ikon, l’immediato dopoguerra significa una immediata ripresa, soprattutto nel settore delle folding di medio formato. I modelli prebellici Super Ikonta 531, 532/16, 533/16 e 531/2 vengono rimessi in produzione, equipaggiati con obiettivi Opton Tessar o Schneider Xenar, e ad essi vengono fatti seguire i nuovi modelli di formato 6×6 531/16 e 534/16 e le Mess Ikonta con telemetro accoppiato 524/16 di formato 6×6 e 524/2 di formato 6×9. Se le Super Ikonta di formato 6×4.5 e 6×9 non sopravvivono che fino al 1955, le Super Ikonta di formato 6×6 vengono costruite e commercializzate fino al 1960, quando la Zeiss Ikon decide di uscire dal mondo del medio formato per dedicarsi completamente alle reflex 35mm Contaflex e Contarex. A quaranta anni di distanza dai modelli più giovani, e a oltre sessanta anni di distanza dai modelli più anziani, le Super Ikonta con telemetro accoppiato presentano ancora un notevole fascino, in un mondo in cui le industrie giapponesi Fuji e Mamiya non esitano a riproporre le loro fotocamere a telemetro di medio formato, dal 6×4.5 al 6×6, dal 6×7 al 6×9, dopo averle corredate di numerosi e ingegnosi accessori elettronici.
TUTTE LE SUPER IKONTA FORMATO PER FORMATO E MODELLO PER MODELLO
Costruite nell’arco di trentacinque anni in quattro formati diversi e sotto sedici sigle diverse, le Super Ikonta sono in realtà molto più numerose di quanto si possa credere. Sotto la stessa sigla sono state costruite parecchie varianti dello stesso apparecchio, differenziate per gli equipaggiamenti ottici e meccanici diversi. La seconda guerra mondiale ha fatto da spartiacque fra i modelli prebellici e quelli postbellici, spesso simili ma con equipaggiamenti diversi.
LE SEI PER NOVE
La prima Super Ikonta ad essere immessa sui mercati all’inizio del 1934 è il modello 6×9, individuata dal codice 530/2. La Super Ikonta 530/2 utilizza la stessa cassa della Ikonta 520/2, con apertura dell’antina mobile incernierata a sinistra, bottone di avanzamento del film e pulsante di scatto sulla parte sinistra del tettuccio, e mirino ottico pieghevole inserito fra le due finestrelle del telemetro. Sulla montatura dell’obiettivo è presente un corto braccio mobile con i prismi rotanti accoppiati al movimento della messa a fuoco dell’obiettivo stesso. In fase di riposo il braccio viene piegato verso l’interno per poter richiudere la fotocamera, mentre in fase operativa il braccio viene estratto fino ad allinearsi con la finestrella del telemetro. Dotata di movimento di apertura rapida del soffietto con posizionamento automatico della messa a fuoco sull’infinito, la Super Ikonta 530/2 utilizza il film in rullo tipo 120, o secondo il codice Zeiss, tipo B II, su cui è possibile ottenere otto negativi di formato 6×9, in realtà 56x86mm. La Super Ikonta 530/2 viene equipaggiata con tre diverse combinazioni di obiettivo e otturatore. La versione più economica, o 530/2 H monta un obiettivo Triotar 105mm f/4.5 su un otturatore Klio con velocità da 1/5 a 1/100 di secondo. La versione intermedia, o 530/2 U, monta un obiettivo Tessar 105mm f/4.5 su un otturatore Compur 0 Rapid con velocità fino a 1/400 di secondo. La versione più ambiziosa, o 530/2 L, monta un obiettivo Tessar 105mm f/3.8 sul solito otturatore Compur 0 Rapid. Nel 1936 alle Super Ikonta 6×9 viene aggiunto un nuovo modello, con il mirino equipaggiato con la cornice luminosa di Van Albada per la delimitazione più esatta del formato, e con il blocco contro le doppie esposizioni. La nuova Super Ikonta viene equipaggiata inizialmente con il Tessar f/3.8 su Compur Rapid, ma viene costruita anch’essa in alcune versioni diversificate. Il modello più economico è il tipo 531/2 F con obiettivo Novar 105mm con luminosità f/3.5 e montato su otturatore Compur OS, a cui segue il modello 531/2 U con obiettivo Tessar 105mm f/4.5 su otturatore Compur OS. La versione più ambiziosa, denominata ancora 531/2 L, monta il nuovo Tessar 105mm portato alla luminosità f/3.5 su otturatore Compur OS Rapid. Le versioni con obiettivo Tessar utilizzano le cornici di Van Albada nel mirino e permettono la commutazione da otto pose di formato 6×9 a sedici pose di formato 6×4.5. Solamente la versione con obiettivo Novar non possiede queste caratteristiche. Nel settembre del 1948 la produzione delle Super Ikonta 531/2 viene ripresa in maniera identica a quella prebellica, con lo stesso mirino pieghevole separato dal telemetro e lo stesso telemetro con cunei ottici montati sul braccio mobile. Per l’equipaggiamento ottico delle Super Ikonta 531/2 del primo dopoguerra si fa ricorso alla produzione Schneider, con obiettivi Xenar 105mm f/3.5, a cui presto si affianca la produzione dei Tessar 105mm f/3.5 firmati Zeiss Opton. Alla Photokina del 1951 viene presentata una nuova fotocamera a soffietto 6×9 munita di telemetro, che differisce esteticamente dalle Super Ikonta e viene battezzata Mess Ikonta e contraddistinta dal numero 524/2. La Mess Ikonta 6×9 si distingue dalle Super Ikonta per la presenza di un carter superiore cromato che incorpora sia il mirino che il telemetro, e per l’assenza del braccio mobile con i cunei girevoli. Il sistema telemetrico della Super Ikonta viene sostituito da un più semplice telemetro a specchietti mobili. La produzione della Mess Ikonta 524/2 inizia nel dicembre del 1951 e si conclude nell’agosto del 1957. Come le Super Ikonta, anche le Mess Ikonta vengono costruite in tre versioni diverse. Il modello più economico, o Mess Ikonta 524/2 I viene equipaggiato con un obiettivo Novar 105mm f/4.5 su otturatore Prontor S da 1/300 di secondo. Il modello appena superiore, o Mess Ikonta 524/2 F monta un Novar 105mm f/3.5 su un otturatore Prontor SV da 1/300 di secondo, mentre il modello di lusso 524/2 L monta un Tessar 105mm f/3.5 su otturatore Synchro Compur da 1/500 di secondo.
LE SUPER IKONTA 6.5X11
Nel giugno del 1934 viene messa in commercio la Super Ikonta di formato maggiore, per il formato 6.5×11 su film di tipo 116, o secondo il codice Zeiss D8, poi sostituito dal film tipo 616. La Super Ikonta gigante viene individuata con il numero 530/15, deriva dalla Ikonta di uguale formato ed è la sola Super Ikonta ad utilizzare una pellicola diversa dal tipo 120, ed è ugualmente la sola Super Ikonta a non sopravvivere alla parentesi della guerra. Strutturalmente la Super Ikonta 530/15 è simile alla Super Ikonta 6×9, con lo stesso tipo di mirino pieghevole inserito fra le finestrelle del telemetro, lo stesso telemetro a cunei ottici con braccio mobile anteriore, lo stesso sistema di apertura del frontale. La Super Ikonta 530/15 permette l’esecuzione di foto in mezzo formato, e nel mirino è presente una mascherina mobile per la determinazione del formato ridotto. La Super Ikonta 530/15 viene costruita in tre versioni diverse. Il modello più economico, o 530/15 H, viene equipaggiato con un obiettivo Triotar 120mm f/4.5 su otturatore Klio. Gli altri due modelli, 530/15 U, vengono equipaggiati con obiettivo Tessar 120mm f/4.5 rispettivamente su otturatore Compur O con velocità massima di 1/250 di secondo e Compur O Rapid con velocità massima di 1/400 di secondo. Nel 1936 la Super Ikonta 530/15 viene equipaggiata, come le altre Super Ikonta, con il mirino a cornici luminose di Van Albada, per il formato intero come per il mezzo formato, ma non con il blocco contro le doppie esposizioni. La Super Ikonta 530/15 non viene quindi modificata nella sigla, la sua produzione cessa già alla fine del 1938 e di questa fotocamera non vi è traccia negli ultimi cataloghi prebellici.
LE PICCOLE SUPER IKONTA 6X4.5
Seguendo la politica di fornire fotocamere per ogni tipo di formato, la Zeiss Ikon mette in produzione e sul mercato nel giugno del 1934 una Super Ikonta di formato ridotto, la Super Ikonta 530, che deriva dalla Ikonta 520 ed è la più piccola delle Super Ikonta mai realizzate. Non viene presa in considerazione l’idea di costruire una versione Super Ikonta derivata dalle Ikonta di formato più piccolo, come quelle che utilizzano il film tipo 127 per il formato Vest Pocket o per il formato minimo 3×4, da un lato perché il formato Vest Pocket sta già passando di moda, dall’altro perché una Super Ikonta di formato troppo piccolo potrebbe creare una certa concorrenza alle Contax e alle altre fotocamere 35mm della Zeiss Ikon. La piccola Super Ikonta 530 è strutturata come una Ikonta 6×9 in miniatura, ugualmente larga ma più corta, con lo stesso tipo di mirino ottico pieghevole inserito tra le finestre del telemetro, lo stesso telemetro a cunei ottici, con i cunei montati sul braccio mobile e la stessa antina di protezione incernierata lateralmente. Dopo il 1936 la Super Ikonta 530 viene equipaggiata con un pulsante di scatto sul tettuccio e con le cornici di Van Albada nel mirino. La Super Ikonta 530, o Super Ikonta 530 L, viene equipaggiata con obiettivi Tessar 70mm f/3.5 su otturatori Compur OO da 1/300 di secondo o Compur Rapid da 1/500 di secondo. Nel 1937 alla Super Ikonta 530 viene aggiunto il dispositivo di sicurezza contro gli scatti accidentali e le doppie esposizioni, e le viene imposto il nuovo codice 531. La Super Ikonta 531 viene costruita anche in una versione più economica, individuata dalla sigla 531 F, equipaggiata con obiettivo Novar 75mm f/3.5 su otturatore Compur da 1/300 di secondo. Questa versione della Super Ikonta 531 ha l’antina di dimensioni maggiori per ospitare l’obiettivo da 75mm. Accanto alla versione economica viene messa in produzione la Super Ikonta 531 L con obiettivo Tessar 70mm f/3.5 su Compur Rapid da 1/500 di secondo. La produzione delle piccole Super Ikonta si interrompe negli anni più caldi del conflitto per riprendere, dopo la parentesi, nel novembre del 1947. Poiché la Zeiss ha difficoltà a rimettere in piedi la produzione ottica, le prime Super Ikonta 531 del dopoguerra vengono individuate come Super Ikonta 531 Y e vengono equipaggiate con obiettivi Schneider Xenar 75mm f/3.5 su otturatori Compur Rapid. Nel dicembre del 1948 inizia la produzione delle Super Ikonta 531 L con obiettivi Zeiss Opton Tessar 75mm f/3.5 su Compur Rapid. Dal maggio del 1952 inizia la produzione delle Super Ikonta 531 L equipaggiate con obiettivi Carl Zeiss Tessar 75mm f/3.5 su otturatori Synchro Compur da 1/500 di secondo con sincronizzazione M e X. Le piccole Super Ikonta 6×4.5 escono di produzione alla fine del 1955 e non vengono seguite da nessun modello più aggiornato o modificato.
SUPER IKONTA SEI PER SEI
Nel 1936, seguendo la moda del formato quadrato 6×6 inaugurata dalla Rolleiflex e diffusasi a macchia d’olio presso la maggior parte dei fotografi, la Zeiss Ikon mette in produzione una Super Ikonta per questo formato, battezzandola Super Ikonta 530/16. La Super Ikonta 530/16 si diversifica dalle altre Super Ikonta per l’apertura dell’antina di protezione incernierata in basso, per la sagomatura articolata del tettuccio, con il mirino ottico non pieghevole e posto lateralmente, e per il telemetro, che è ancora del tipo a prismi rotanti, ma ha le due finestrelle incorporate nel tettuccio e non sovrapposte ad esso. Inoltre la Super Ikonta 530/16 è studiata per essere impiegata in orizzontale ed ha i comandi sul lato destro del tettuccio, anziché sul lato sinistro. La Super Ikonta 530/16 permette undici pose sul film in rulli tipo 120 e viene costruita nelle due versioni 530/16 L con obiettivo Tessar 80mm f/3.5 e 530/16 P con obiettivo luminoso Tessar 80mm f/2.8. Entrambe le versioni sono equipaggiate con otturatori Compur Rapid da 1/400 di secondo. Nel 1938 la Super Ikonta 530/16 viene modificata con l’impiego di un telemetro accoppiato alla finestrella del mirino, come sulle Contax II, e viene ribattezzata con la sigla Super Ikonta 532/16. La Super Ikonta 532/16 viene costruita fino al 1940 nella sola versione 532/16 P con obiettivo Tessar 80mm f/2.8, e grazie al telemetro accoppiato con il mirino può sfruttare l’accessorio Contameter per riprese ravvicinate. Accanto alla Super Ikonta 532/16 viene messo in produzione il modello Super Ikonta 533/16, identico alla 532/16 ma con incorporato sul tettuccio un esposimetro con fotocellula al selenio, identico a quello montato sul tettuccio delle Contax III. Anche la Super Ikonta 533/16 viene costruita nella sola versione 533/16 P con obiettivo Tessar 80mm f/2.8, rinunciando alla produzione di modelli più economici e sottolineando con questa scelta la volontà della Zeiss Ikon di puntare ad un mercato di alto livello. Le Super Ikonta 532/16 e 533/16, battezzate anche Super Ikonta I e Super Ikonta II, rappresentano, per le raffinatezze tecnologiche che incorporano e per l’obiettivo che montano, quanto di meglio è stato prodotto nel settore delle folding di medio formato, ponendosi simbolicamente a conclusione di un periodo, gli anni Trenta, fra i più fecondi di innovazioni tecniche in fotografia. La produzione delle Super Ikonta 532/16 e 533/16 riprende nel 1948, quando è già possibile equipaggiarle con obiettivi Tessar 80mm f/2.8 firmati Zeiss Opton. Ancora una volta si rinuncia ai compromessi economici e si sceglie di costruire le Super Ikonta 6×6 nelle sole versioni di lusso 532/16 P e 533/16 P con otturatori Compur Rapid. Nel 1952 il Compur Rapid viene sostituito dal Synchro Compur, e la produzione delle due fotocamere prosegue fino alla fine del 1956. La versione economica delle Super Ikonta 6×6 è rappresentata invece dalle Mess Ikonta 6×6 che, analogamente alle Mess Ikonta 6×9, utilizzano un tipo di telemetro a specchi non accoppiato al mirino ma incorporato nel carter cromato del tettuccio, che è di forma moderna ed è completo della staffa per gli accessori. Le Mess Ikonta 6×6 vengono messe in produzione con il numero 524/16 nel luglio del 1951 e vengono costruite in tre versioni diversificate per l’equipaggiamento ottico e meccanico. La Mess Ikonta più economica, la 524/16 I, monta un obiettivo Novar 75mm f/4.5 su otturatore Prontor SV da 1/300 di secondo, mentre la 524/16 F monta ancora un Novar di pari focale, ma con luminosità f/3.5, ancora su Prontor SV. La Mess Ikonta più costosa, 524/16 L monta invece un Tessar 75mm f/3.5 su otturatore Synchro Compur. Come per le Super Ikonta quadrate 532/16 e 533/16 la produzione delle Mess Ikonta quadrate 524/16 si conclude con il 1955. Ma la storia delle Super Ikonta di formato quadrato ha ancora davanti a sé una breve stagione, contrassegnata da due nuovi modelli, battezzati Super Ikonta III e Super Ikonta IV, che vengono individuati con i codici 531/16 e 534/16. Entrambe le fotocamere sono stilizzate per lavorare in orizzontale, con lo sportello incernierato in basso, ed hanno il mirino telemetrico accoppiato incorporato in un carter lineare e cromato che protegge il tettuccio ed è completo di staffa per gli accessori. Il modello 531/16 è privo di esposimetro incorporato, mentre il modello 534/16 incorpora un esposimetro con la fotocellula al selenio protetta da una piccola antina mobile simile a quella delle Contaflex e delle Contessa. La Super Ikonta 531/16 viene costruita a partire dal novembre del 1953, e viene commercializzata anche in due versioni economiche equipaggiate con obiettivi Novar, mentre questo non succede per la Super Ikonta 534/16, costruita a partire dal novembre del 1955. La Super Ikonta 531/16 F con obiettivo Novar 75mm f/3.5 può montare l’otturatore Prontor da 1/300 di secondo o il Synchro Compur da 1/500 di secondo. Viceversa, le Super Ikonta 531/16 L e 534/16 L montano obiettivi Tessar 75mm f/3.5 esclusivamente su otturatori Synchro Compur. Le Super Ikonta 531/16 F escono di produzione già nel corso del 1957, mentre il modello 531/16 L esce di produzione nel giugno del 1958. La Super Ikonta 534/16 con esposimetro continua ad essere costruita fino al febbraio del 1960, ed è l’ultima fotocamera a portare questo nome carico di gloria e, per certi versi, di rimpianti. (Text by Danilo Cecchi)

 

 

 

 

E dopo tanto dissertarne, eccola qui sulla nostra scrivania:

 

 

 

Ora che abbiamo provato il gusto del 6×6 con una macchina che si può portare con sè più facilmente che una reflex moderna, la curiosità per il formato 6×9 costituisce il passo successivo…..
Come già detto più sopra: con una folding 6×9 si arriva al confine verso il grande formato: ritagliate un rettangolo 6×9 e poi guardatelo. E’ già una piccola fotografia se stampato a contatto; ma basta ingrandire solo 2 volte e si ha un 12×18!!! Pensate con che qualità elevata! Con il 35mm per avere un 12×18 siamo già a 5 ingrandimenti; forse non sembra molto ma proviamo a pensare ad una foto da concorso o da esposizione. Il formato si aggira in genere fra il 26×36 ed il 30×40; ebbene con il 6×9 bastano solo 4/5 ingrandimenti mentre il 35mm ci costringe a 10/12 ingrandimenti con uno scadimento di qualità proporzionale. E tutto ciò senza bisogno di banco ottico!

Della Mess Ikonta 524/2 con ottica Tessar 105/3,5 ed otturatore Synchro Compur abbiamo già parlato, ma è davvero difficile da trovare…..

Una alternativa, anche se molto più costosa in proporzione (al momento ne vediamo una su ebay con obiettivo Color Skopar a 450 € ed altre con obiettivo Apo Lanthar ad oltre 1.500 €!!!!) è la Voigtlander bessa II
Color-Skopar

 

La costosissima Bessa II con Apo Lanthar

Riportiamo da Classic Camera una descrizione delle Bessa ed un confronto con la Mess Ikonta:
Voigtländer presenta la versione con telemetro accoppiato della Bessa 6x9cm nel 1938 battezzandola Bessa E, da Entfernungsmesser, ed equipaggiandola con obiettivi Helomar 105mm f/3.5, oppure con obiettivi Skopar o Heliar, sempre su otturatori Compur Rapid. Il carter superiore della Bessa E racchiude sia il mirino che il gruppo telemetrico, con una soluzione moderna molto più pratica di quella adottata precedentemente nel 1933 sulla folding 6x9cm Prominent. Nel dopoguerra la Bessa 6x9cm con telemetro viene di nuovo messa in produzione e viene equipaggiata con gli obiettivi Color Skopar o Color Heliar 105mm f/3.5 su Compur Rapid. Nel 1951 la Bessa II viene modificata con l’accoppiamento del telemetro con il mirino e come otturatori si cominciano ad utilizzare i Synchro Compur, mentre si comincia a montare sulle Bessa 6x9cm anche l’ottimo obiettivo Apo-Lanthar 105mm f/4.5, nella cui costruzione ottica vengono impiegate le terre rare ed in particolare il lantanio. La produzione delle Bessa 6x9cm si interrompe nel 1955 come quella delle Super Ikonta 531/2.
Anche la società Voigtländer accanto alle Bessa 6x9cm mette in produzione nel 1951 una alternativa per il formato 6x6cm battezzata con il nome di Perkeo, che nella versione Perkeo E con telemetro accoppiato del 1954 rappresenta una certa forma di concorrenza indiretta alle Bessa.

Per quanto possa essere antipatico e scarsamente utile fare dei confronti, esaminiamo parallelamente una Super Ikonta 531/2 con obiettivo Tessar 105mm f/3.5 ed una Bessa II con obiettivo Color Skopar di pari focale e luminosità. In entrambi i casi si tratta di esemplari dei primi anni Cinquanta con quasi mezzo secolo di vita sulle spalle.
La rifinitura della Super Ikonta 531/2 è quella classica della Zeiss Ikon, completamente nera con il mirino con cornice luminosa tipo Von Albada adottato fino dal 1936. Le dimensioni del corpo macchina sono di 16.5×9.5cm con un peso di 860 grammi. Un unico pulsante permette l’apertura simultanea del mirino pieghevole e dello sportello anteriore con l’estrazione del soffietto e dell’intero gruppo formato dall’obiettivo e dall’otturatore. L’oculare del telemetro è molto piccolo e le cornici nel mirino servono per la delimitazione del formato 6x9cm o del formato 6x6cm. Per utilizzare il telemetro bisogna estrarre il braccio su cui sono montati i cunei ottici rotanti. I comandi dell’otturatore e del diaframma sono sulla montatura dell’obiettivo, insieme alla rotella della messa a fuoco e della levetta di carica dell’otturatore. L’obiettivo può essere un Tessar non trattato di costruzione prebellica siglato Carl Zeiss Jena, oppure un Tessar trattato postbellico siglato Zeiss Opton o ancora uno Xenar Schneider. L’otturatore può essere un Compur Rapid o un Synchro Compur, entrambi con velocità fino a 1/500 e con autoscatto. La fotocamera è dotata di un blocco contro le doppie esposizioni accidentali ed è ben costruita, con materiali di ottima qualità ed in maniera robusta. Il ponte levatoio su cui è incernierata l’ottica è robusto e garantisce il perfetto parallelismo fra il gruppo ottico ed il piano della pellicola.
La Bessa II, di dimensioni e peso analoghi, adotta soluzioni costruttive diverse, molto pratiche ed originali. Mentre il progetto della Super Ikonta è ancora quello di derivazione prebellica, il progetto della Bessa II è assolutamente innovativo nelle soluzioni tecniche come in quelle estetiche, con una abbondanza di parti cromate di ottima qualità e finitura. La messa a fuoco della Bessa II avviene per mezzo di un bottone posto sul corpo macchina e collocato simmetricamente al bottone di avanzamento del film. Questa soluzione viene adottata dalla Voigtländer anche su fotocamere 35mm a telemetro come la Vito III e la Prominent e rappresenta una scelta un poco anticonformista ma intelligente. Anche la posizione del pulsante di scatto che scompare quando la fotocamera è chiusa si rivela particolarmente indovinata ed intelligente, così come è originale la scelta di dotare la Bessa di un pulsante per lo sblocco dei tiranti per la chiusura della fotocamera. Nelle altre folding, compresa la Super Ikonta, lo sblocco deve essere effettuato premendo contemporaneamente i due tiranti del soffietto. Per la messa a fuoco la Bessa non adotta il classico sistema della rotazione del gruppo ottico ma utilizza il movimento dell’intera piastra porta ottica collegato al movimento del soffietto. Si tratta di un sistema migliore ma più delicato che comporta l’adozione di meccanismi più complessi e di parti in movimento che a lungo andare possono dare origine a usura e giochi arrivando a compromettere il parallelismo fra obiettivo e piano pellicola. Il telemetro accoppiato al mirino permette nella Bessa una messa a fuoco più rapida ed accurata che non nella Super Ikonta. Figlia di una progettazione accurata e moderna, la Bessa 6x9cm sembra segnare alcuni passi in avanti rispetto alla concezione più datata della Super Ikonta 6x9cm, ma non gode a sufficienza del successo commerciale che le sarebbe spettato ed esce di produzione prematuramente a causa di un mercato eccessivamente ristretto e poco ricettivo. Quello che la Bessa 6x9cm non ha goduto negli anni Cinquanta sembra essergli riconosciuto oggi da un mercato collezionistico che, rispetto alle valutazioni delle Super Ikonta di uguale formato, la pone su di un gradino più elevato, addirittura portando alle stelle il valore degli esemplari equipaggiati con l’obiettivo Apo Lanthar.

Le valutazioni economiche di cui in seguito risalgono al periodo pre-euro, ma le proporzioni sono rimaste invariate:
Le Super Ikonta 6x9cm non hanno valutazioni particolarmente elevate sul mercato collezionistico, e partono dai 350-400 marchi per i modelli prebellici con Tessar f/3.8, per arrivare ai 450-500 marchi per i modelli postbellici con Tessar f/3.5. Viceversa, le valutazioni delle Bessa con telemetro sono più articolate, partono dai 200 marchi dei modelli Bessa E per arrivare ai 600-700 marchi dei modelli Bessa II con obiettivo Skopar o Heliar f/3.5 ma arrivano a superare i mille marchi per gli esemplari con obiettivo Color Heliar, per arrivare ai duemila marchi dei più rari e pregiati esemplari equipaggiati con l’obiettivo Apo Lanthar.

Ed infine l’alternativa economica: la MOSKVA 5, con prezzi attuali su ebay sotto i 100 euro

 

Anche per questa riportiamo uno stralcio dell’articolo datato di Classic Camera:
Un’alternativa economica da Mosca
Dopo aver occupato Dresda, come è noto, le truppe sovietiche hanno prelevato le attrezzature per costruire le Contax 35mm e le hanno trasferite a Kiev, ma hanno trasferito in Unione Sovietica anche molta della tecnologia ottica della Carl Zeiss di Jena con la produzione degli obiettivi Iupiter omologhi degli obiettivi Sonnar e Biogon. Neppure le Super Ikonta si sono sottratte a questa vasta operazione di trasfusione di tecnologia tedesca in terra russa, e nel dopoguerra comincia a Krasnogorsk la costruzione delle folding 6x9cm Moskva (Mosca). Stilizzate come le Ikonta, i modelli Moskva 1 e Moskva 3 sono privi di telemetro, mentre i modelli Moskva 2, Moskva 4 e Moskva 5 sono forniti di precisi telemetri a cunei ottici rotanti.
La Moskva 2 nasce nel 1947 e viene equipaggiata con un obiettivo Industar 23 110mm f/4.5 a quattro lenti tipo Tessar montato su un otturatore a lamelle Compur di costruzione tedesca o sul corrispondente otturatore sovietico Moment 1 con velocità da un secondo a 1/250 e posa B. Il mirino ottico di tipo estraibile come nelle Super Ikonta è incluso fra gli oculari gemelli del telemetro a cunei ottici rotanti montati su un braccio mobile. La produzione della Moskva 2 prosegue fino al 1956 e la fotocamera viene costruita in quasi duecentomila esemplari. Nel 1955 viene presentata una variante battezzata Moskva 4 ed equipaggiata con lo stesso mirino, lo stesso telemetro, lo stesso obiettivo e lo stesso otturatore a cui è stata aggiunta la presa di sincronizzazione. Inoltre la Moskva 4 viene modificata per la conversione al formato 6x6cm mediante le consuete mascherine mobili e il doppio sistema di controllo attraverso due finestrelle rosse poste sul dorso. La Moskva 4 viene costruita fino al 1958 in meno di 63.000 esemplari. Le fotocamere Moskva riportano il numero di serie preceduto dalle cifre dell’anno di produzione sul retro vicino all’oculare. Riportano inoltre sulla montatura dell’otturatore il numero di serie dell’otturatore stesso ancora preceduto dalle cifre dell’anno di produzione, mentre il numero di serie dell’obiettivo riportato sull’anello frontale dell’obiettivo è un semplice numero progressivo e non indica necessariamente l’epoca della costruzione.
La Moskva 5 viene messa in produzione nel 1956 ed utilizza un mirino con telemetro accoppiato al movimento dell’obiettivo e contenuto in un carter cromato compatto e lineare che la fa assomigliare un poco alla Mess Ikonta, ma continua ad utilizzare il cuneo ottico estraibile posto sulla montatura esterna dell’obiettivo. Il cuneo ruota insieme alla lente frontale dell’obiettivo per la messa a fuoco fra un metro e mezzo e l’infinito. L’obiettivo è un Industar 24 da 105mm f/3.5 con trattamento anti riflessi, che chiude fino a f/22 ed è costruito in base allo schema Tessar. L’otturatore a lamelle è un Moment 24C con velocità da un secondo a 1/250 di secondo oltre alla posa B ed è fornito di presa sincro. La carica dell’otturatore avviene dal frontale, ma lo scatto è comandato dal pulsante posto sul tettuccio che non opera se non si è preventivamente avanzato il film. Un contrassegno rosso indica se è stato effettuato o meno l’avanzamento del film. Per doppie esposizioni intenzionali occorre agire sulla levetta secondaria di scatto posta in basso sul frontale. La Moskva 5 permette la scelta fra il formato 6x9cm ed il formato quadrato 6x6cm mediante l’inserimento delle consuete mascherine nere. Per questo il dorso presenta le due finestrelle rosse, ciascuna protetta da una antina indipendente, ed il mirino presenta una cornice interna mobile da selezionare secondo l’impiego. Costruita fra il 1956 e il 1960 in oltre duecentomila esemplari, la Moskva 5 è l’ultima fotocamera di questo tipo costruita in Unione Sovietica. Offerta sui mercati europei a cifre di poco superiori ai cento marchi, la Moskva 5 rappresenta una alternativa valida ai modelli tedeschi ed offre un discreto interesse collezionistico.
Danilo Cecchi e Pierpaolo Cancarini

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